Sapevo che il mio rientro in ufficio dopo la pausa rigenerante delle vacanze non sarebbe stato facile. Quello che non immaginavo è che sarebbe stato un disastro! E dire che per la prima riunione di direzione, appuntamento topico di fine settembre, mi ero preparata con tanta cura, convinta di poter contare sull’effetto sorpresa. Come una stupida mi figuravo i miei colleghi ammutoliti di fronte al mio nuovo aspetto, al mio look aggressive e alla mia linea rimodellata.
Non vedevo l’ora di mostrare la mia nuova attitudine al comando. Sarei stata frizzante ma autorevole, la mia voce non avrebbe tremolato, avrei affrontato con grinta la presentazione dei nuovi progetti. Avevo scelto attentamente il mio outfit per quel giorno: un tubino sagomato con stampa a fiori sui toni dell’arancio (femminilità e rigore) scarpe open toe color cioccolato con tacco alto e plateau, capelli freschi di parrucchiera e unghie color corallo.
Mi sentivo fantastica. Peccato che siano bastati un arrivo non proprio in orario (insomma… erano già tutti lì che chiacchieravano quando ho varcato la porta della sala riunioni), e un’occhiata tanto frettolosa quanto ironica da parte di un paio di colleghi per farmi crollare.
Altro che Gaia la tigre… mi sono sentita solo un pulcino bagnato, ridicola nei miei nuovi vestiti, troppo vistosa e come sempre inadeguata. Ad un tratto volevo solo scappare.
Il resto è facile da immaginare. Dopo una giornata da incubo sono rientrata a casa con il morale a pezzi e una gran voglia di annegare il senso di mortificazione nel cibo. Per abbuffarmi meglio ho fatto tappa al supermercato più vicino per procurarmi un bel po’ di schifezze tra cui gelato, cioccolati, patatine, insomma il mio solito comfort food ipercalorico. Ho passato i primi tre giorni di lavoro a piangere, mangiare, compatirmi e… farmi trattare come un’imbecille dai miei colleghi. Finché non ho avuto un’illuminazione: con quel comportamento autolesionista stavo dando ragione proprio a loro!
Per fortuna che una parte di me non ha nessuna voglia di mollare, ed è proprio alla Gaia più forte e determinata che voglio dare spazio. Ho investito troppo in questi mesi per sabotare tutto così, al primo ostacolo. E poi non ho nessuna intenzione di tornare al grigio e informe look pre-dieta! Così stamattina mi sono svegliata un pochino rincuorata. Ho pensato: in fin dei conti non bastano 3 giorni di “bagordi” e trasgressioni alla dieta per recuperare i chili già smaltiti. Devo solo riprendere il controllo della situazione.
Ecco il piano: un regime dimagrante meno rigido che includa qualche peccato di gola in più, purché sorvegliato, e un po’ di sano yoga. Insomma, alla fine non importa se i miei chili di troppo non li smaltisco in un mese ma in tre, l’importante è arrivare fino in fondo. E per ritrovare autostima e sicurezza ho bisogno di lavorare non solo sul corpo, ma anche sulla mente, così penso che lo yoga mi permetterà di raggiungere questo equilibrio. Via i pensieri negativi, via la paura di fallire che mi… fa fallire!
Questo primo stop è stato salutare, in fin dei conti. Ora ricomincio da me 🙂
Le storie e i personaggi riportati all’interno di questo articolo sono inventati e pertanto non riferibili a persone e/o accadimenti specifici, tuttavia esse sono anche frutto di una rielaborazione di situazioni realistiche e pertanto in qualche modo rappresentative di episodi teoricamente possibili.